
La confezione del GEEKOM IT15 2025 include la solita dotazione di sempre: alimentatore compatto da 120W, cavo con presa Schuko, supporto VESA in metallo con viti e cavo HDMI 2.0. Si potrebbe anche pensare di dire “spendendo queste cifre mi aspetto di più”, ma è pur vero che ci sono competitor più cari che non mettono neanche il cavo HDMI in confezione.
CPU: Intel Core Ultra 9 285H (16 core, 16 thread, fino a 4.9 GHz, 24 MB cache L3, TDP 28W)
GPU: Intel Arc Graphics 140T (integrata)
RAM: 32 GB DDR5 a 5600 MHz (dual channel, espandibile a 64 GB)
Storage: 2 TB SSD PCIe 4.0 (M.2 2280), slot M.2 SATA 2242 libero per espansione
Porte:
Frontali: 2 x USB-A 3.2 Gen2, jack audio 3.5 mm
Laterale: Lettore SD 4.0, Kensington Lock
Posteriori: 2x HDMI 2.0, 2x USB-C 4 (una con PD-in), 1x USB-A 3.2 Gen2, 1x USB-A 2.0, RJ45 2.5G LAN, DC-in
Connettività: Wi-Fi 7 (Intel BE200), Bluetooth 5.4
Sistema operativo: Windows 11 Pro
Dimensioni: 117 x 112 x 45,5 mm
Peso: 600 g
Il GEEKOM IT15 2025 è disponibile in due varianti principali: una con processore Intel Core Ultra 5 225H, 32 GB di RAM e 1 TB di SSD, e l’altra al top con Intel Core Ultra 285H, 32 GB di RAM e 2 TB di SSD. Noi abbiamo provato quest’ultima.
Se avete già visto un GEEKOM della serie IT (IT12, IT13, ecc.), non avrete sorprese estetiche. L’IT15 adotta lo stesso chassis compatto, elegante e squadrato, con dimensioni minime che permettono di infilarlo ovunque: dietro un monitor (grazie al VESA), su una mensola, in uno zaino da lavoro. Cambia solo la colorazione, più sobria e scura rispetto agli altri modelli, ma comunque coerente con lo stile minimal del brand.
Ottimo anche l’accesso interno: basta svitare le 4 viti inferiori per accedere subito a RAM, SSD e slot per l’espansione. Pulito, ordinato e aggiornabile.
Il GEEKOM IT15 è una mini workstation a tutti gli effetti, e lo dimostra anche la dotazione porte: ci sono ben 2 USB 4.0 sul retro (una con Power Delivery in ingresso), altre 4 USB-A, 2 frontali e 2 sul retro, e addirittura una di queste (frontale) con alimentazione S5, utile per caricare dispositivi anche a PC spento.
Manca il supporto HDMI 2.1: sono “solo” HDMI 2.0, ed è forse l’unica piccola nota stonata in un comparto I/O altrimenti eccellente. Soprattutto considerando che la GPU integrata Arc è più recente di molte soluzioni desktop e che ci si sta smuovendo
Sotto la scocca troviamo un Intel Core Ultra 285H con 16 core ibridi (6 Performance, 8 Efficient e 2 Low Power Efficient), 22 thread, frequenza turbo massima di 5,4 GHz, GPU Arc integrata di ultima generazione e soprattutto una NPU dedicata per l’accelerazione AI. Il processore è accompagnato da 32 GB di RAM dual-channel a 5.600 MHz, espandibile fino a 64 GB all’occorrenza, SSD PCIe 4×4 da 2 TB (con slot aggiuntivo SATA) e scheda di rete Intel di ultima generazione con Wi-Fi 7 e Bluetooth 5.4.
L’alimentatore da 120W, già visto su altri modelli della casa, fornisce tutta la potenza necessaria, anche durante sessioni di multitasking e carichi pesanti. Anzi, a dirla tutta è anche esagerato. GEEKOM ha molto limitato il limite di potenza del SoC, e di conseguenza potete riuscire ad alimentare il tutto con un alimentatore USB-C da 100W usando la porta USB-C con PD sul retro.
Infine anche l’IT15, come gli altri mini PC di casa GEEKOM, viene sottoposto a svariati e rigorosi test di qualità e stress:
120 ore di test a temperature estreme da -20°C a 55°C
15.000 cicli di inserimento/rimozione USB
90 minuti di test alle vibrazioni
330 ore di test sulla stabilità del sistema
ETest di radiazione EMI (30MHz – 1GHz)
Chissà, forse si meriterebbe la stessa certificazione MIL-STD del suo più diretto concorrente, ma forse non era intenzione di GEEKOM di investire per certificazioni aggiuntive, facendo tutti i test del caso direttamente nelle proprie fabbriche.
GEEKOM IT15, esattamente come gli altri mini PC del brand, è praticamente privo di personalizzazioni software di alcun genere.
A bordo c’è licenza ufficiale Windows 11 Pro pronta all’uso. Trovate di conseguenza tutti i software Microsoft classici, disinstallabili comodamente da Impostazioni, e il Centro Comandi Intel per la gestione della GPU integrata.
Quest’ultimo però è un software vecchio, che nel caso dei recenti SoC Ultra è stato sostituito da Intel Graphics Software. Per averlo basta scaricare gli ultimi driver della GPU Intel direttamente dal sito ufficiale. Anzi, a dirla tutta vi consigliamo di farlo il prima possibile.
Anche con il GEEKOM IT15 però ci siamo scontrati con lo stesso problema già evidenziato nella nostra recensione del NUC 15 Pro+ di ASUS. Non si tratta di un bug legato al dispositivo in sé, bensì di un’anomalia riconducibile con ogni probabilità all’ultima versione di Windows 11.
In sostanza, al primo avvio del sistema operativo non era possibile modificare il profilo energetico: l’unica opzione disponibile era “Bilanciato”, e né dal BIOS né dalle impostazioni di sistema si poteva selezionare “Prestazioni elevate” o “Risparmio energetico”.
Stavolta non abbiamo nemmeno avviato i test: siamo andati subito a controllare e abbiamo confermato la presenza del medesimo limite. Il BIOS del GEEKOM IT15, già piuttosto essenziale di suo, non offre voci avanzate per il power management, e anche dal lato software non ci sono opzioni a disposizione.
Per fortuna esiste una soluzione semplice: usando il Prompt dei comandi con diritti di amministratore, è possibile sbloccare manualmente tutti i profili energetici tramite stringhe dedicate. L’unico limite è che i profili così aggiunti compaiono solo nel vecchio Pannello di Controllo, e non nella schermata moderna delle Impostazioni di Windows 11.
Se doveste trovarvi nella stessa situazione, vi consigliamo di applicare subito questa correzione. I benchmark e la gestione termica ne trarranno beneficio.
Come già accennato, il BIOS è davvero troppo elementare, soprattutto su una macchina del genere. Non ci sono opzioni per cambiare le prestazioni, cosa vista su altri GEEKOM, e l’unica cosa che potete fare per provare a migliorare le prestazioni è aumentare la velocità delle ventole.
Sotto il cofano di questo IT15 troviamo il SoC Intel Core Ultra 9 285H, quello che abbiamo testato a fondo da pochissimo sul NUC 15 Pro+ di nuova generazione di ASUS.
Il confronto nasce spontaneo, ed è reso particolarmente interessante dalla scelta di GEEKOM di usare meno watt per alimentare il processore, favorendo al contempo maggiormente la GPU integrata, la Arc 140T. Tutto questo si traduce in risultati inferiori in quasi tutti i benchmark.
Non solo: in alcuni casi si riscontrano risultati inferiori anche a quelli ottenuti con il GEEKOM GT1 Mega dotato di processore Intel Ultra di generazione precedente.
Al momento l’attuale generazione gli Intel Core Ultra di seconda generazione pensati per laptop non permettono “boost” di alcun tipo, e come accennato anche dal BIOS non ci sono impostazioni che permettono di “scatenare” tutta la potenza di questo processore. Come accennato nel titolo di questo paragrafo, si tratta di una scelta peculiare, ma prima di commentarla guardiamo i risultati ottenuti nei vari test.
Intanto quello che si nota è che non c’è un così enorme divario generazionale tra gli Intel Ultra di 1° e di 2° generazione, ma questo vale per tanti componenti legati ai computer di questi tempi. L’IT15 si difende abbastanza bene in quasi tutti i punti, ottenendo talvolta anche risultati migliori del NUC 15 Pro+ di ASUS.
Alcuni però potrebbero rimanere delusi visti alcuni risultati fin troppo simili a quelli ottenuti per esempio da un GT1 Mega uscito nel 2024 e dotato appunto di un Intel Core Ultra di 1° generazione (seppur si stia parlando dell’U9-185H). E avreste ragione, ma c’è un fattore da tenere in considerazione: i consumi.
Il GEEKOM IT15 ha un limite di potenza PL1 di soli 33W e un PL2 di 64W. Per chi non lo sapesse, il valore PL1 fa riferimento alla potenza “sostenibile” dalla CPU durante carichi di lavoro prolungati, mentre il PL2 è come se fosse la potenza di picco che la CPU può raggiungere solo per brevi periodi. Il TDP stabilito da Intel sarebbe di 45W, con un “Maximum Turbo Power” di 115W. Di conseguenza significa che è stata GEEKOM stessa a imporre questi valori al suo nuovo mini PC.
Per confronto, fate conto che il NUC 15 Pro+ ha un PL1 di 115W e un PL2 di 115W, ovvero il Maximum Turbo Power segnalato dalla stessa Intel. Adesso quindi considerate questo: il mini PC di GEEKOM ottiene risultati molto simili usando praticamente un terzo dell’energia usata dal NUC di ASUS.
Idem dicasi per il già citato GEEKOM GT1 Mega, che aveva un PL1 di 65W e un PL2 di 70W. Il nuovo IT15 quindi consuma molto meno ottenendo appunto prestazioni e risultati generali simili (e in certi casi superiori).
Cosa succederebbe quindi a lasciare il processore a briglia sciolta? Come accennato, per ora è impossibile rispondere a questa domanda. Il BIOS fin troppo elementare non permette di mettere mano ai valori PL1 e PL2, non ci sono tool ufficiali di Intel e di conseguenza lo si usa così.
Questa scelta comunque ha più di un perché. La prima è la più banale: nell’ambito dei mini PC i consumi sono tra i primi fattori di scelta a livello professionale, e avere un dispositivo del genere che con 40/50W complessivi eroga performance da top di gamma è davvero ottimo.
Inoltre c’è sempre da considerare il form factor super compatto. GEEKOM ha già da tempo perfezionato il suo sistema di dissipazione, ma stiamo pur sempre parlando di un processore top di gamma racchiuso in un corpo molto piccolo e raffreddato “solo” da una ventola (non troppo grande) e da tubi di rame. Tenerlo quindi un po’ a bada ha il suo perché.
Una nota aggiuntiva sulle memorie scelte da GEEKOM. Lato memoria troviamo a bordo un Crucial CT2000P3PSSD8 da 2 TB con una classica velocità di scrittura di 5000 MB/s e una velocità di lettura di ben 4760 MB/s. Non siamo all’altezza del NUC, ma considerate che quello che avevamo per le mani noi era una unità di test equipaggiata direttamente da ASUS. Solitamente è l’utente che deve scegliersi l’SSD. Le RAM invece sono due banchi da 16 GB a marchio Micron a 5.600 MHz DDR5.
I risultati ottenuti su 3DMark non sono super entusiasmanti, ma tocca per forza tirare fuori l’argomento consumi. E lato gaming puro? La GPU integrata in questione, la Intel Arc 140T, supporta anche il Ray Tracing, e di conseguenza anche stavolta abbiamo fatto prove con giochi recenti e pesanti.
Iniziamo da DOOM: The Dark Ages, che ha di recente inserito un sistema di benchmark molto utile per valutare situazioni come queste. I risultati dipendono molto dal tipo di livello scelto (il benchmark ne include molti). Diciamo che in full HD a dettagli minimi siamo in un intorno di 30 frame al secondo. Sì, è poco, ma questo è un caso limite abbastanza estremo.
Decisamente meglio su F1 25, dove si comporta addirittura meglio del NUC di ASUS. Sempre in full HD a dettagli bassi si arriva a una media di ben 95 frame al secondo, ovviamente con l’ausilio del Super Sampling di Intel in modalità Qualità e la generazione di frame Intel XeFG. Passando a dettagli medi si rimane comunque alti, con 83 frame al secondo di media, e persino salendo a dettagli alti si ottiene un risultato accettabile: 42 frame al secondo di media. Giocando un po’ con i settaggi è possibile anche giocare in QHD a un frame rate decente.
E dulcis in fundo il sempre eterno Cyberpunk 2077. Qui è possibile sfruttare il frame generation di AMD, che non è utilizzabile esclusivamente su piattaforma AMD. Quello di Intel ancora non è arrivato (purtroppo). Detto questo, giocando in full HD con qualità Alta delle texture e Ray Tracing attivo si arriva a una media di 45 fps, addirittura qualcosa in più del NUC di ASUS.
Valgono le stesse considerazioni fatte in passato: non siamo di fronte a una macchina da gioco, né tanto meno a una che aspira a esserlo. Ciò nonostante, se la cava anche con titoli moderni, figuriamoci con quelli più leggeri come possono essere Counter: Strike, Overwatch 2, League of Legends o titoli magari di 5/10 anni fa e simili. Se si riesce a giocare a Cyberpunk 2077 a 45 fps con Ray Tracing attivo le possibilità sono (quasi) infinite.
Il sistema di raffreddamento è praticamente identico a quello visto sugli ultimi mini PC GEEKOM: l’IceBlast 2.0 composto da una classica ventola centrale coadiuvata da condotto in rame a diretto contatto con il processore. Ecco l’airflow nella GIF sottostante:
Proprio per via del suo airflow se volete collegarlo dietro un monitor (o in spazi molto ristretti) considerate che dalle feritoie laterali raccoglie l’aria per poi espellerla da quelle posteriori.
Sui consumi abbiamo già disquisito abbastanza: sono incredibilmente contenuti per un top del genere (forse anche troppo). Tralasciando i valori PL1 e PL2 visti prima, durante i nostri classici stress test con Furmark e Prime95 la CPU a regime consumava circa 28W, con un picco massimo di 54W all’inizio della sequenza di stress. Ottimo, soprattutto viste le performance, ma un po’ di libertà non guasterebbe.
Per quanto riguarda le temperature superficiali, siamo sempre fra i 30 e i 35°C sulla parte frontale e posteriore e 35/40°C sugli sfiati posteriori, valori misurati sempre con il mini PC a pieno regime durante stress test.
E le temperature del processore? Dopo un’ora e mezzo a pieno regime si toccano magari valori di thermal throttling, con temperature sopra i 100°C, ma si parla di una media ben più contenuta, 77°C circa. E impegnare tutti i core al massimo come fa uno stress test come Prime95 è molto, molto difficile.
In situazioni di stress normale le temperature sono più vicine agli 80°C che ai 100°C, e non si registra thermal throttling. I Core Ultra, soprattutto quelli come il 9 285H, sono belli tosti da gestire, ed è anche per questo che GEEKOM ha limitato i valori di PL1 e PL2.
E per quanto riguarda il rumore? Quello c’è, poco da dire. Non siamo ai livelli di un IT12, che è silenzioso ma anche più economico e decisamente meno potente.
Se decidete di spremere il mini PC al massimo e di attivare le ventole al massimo da BIOS, quando c’è bisogno la ventola spinge molto.
Chi acquista un mini PC come il GEEKOM IT15 con Intel Core Ultra 9 285H non cerca semplicemente un sistema secondario: vuole un sostituto credibile di una workstation compatta, affidabile anche nei flussi di lavoro quotidiani più impegnativi. E in questo, l’IT15 si comporta esattamente come ci si aspetta da un top di gamma: veloce, stabile, reattivo.
Durante l’utilizzo, il sistema si è dimostrato all’altezza in ogni scenario: multitasking intenso, sviluppo software, navigazione con decine di schede aperte, editing leggero su suite Adobe (gestisce senza problemi anche video 4K a basso bitrate) e gestione simultanea di più periferiche. Rispetto all’ASUS NUC 15 Pro+, che monta lo stesso processore, il GEEKOM IT15 adotta un profilo energetico più conservativo: il TDP del SoC è limitato a 28W, il che aiuta moltissimo sotto il profilo del rumore e della dissipazione, ma potrebbe tradursi in qualche punto percentuale in meno sulle massime prestazioni sotto stress.
Tuttavia, per il tipo di utenza a cui è rivolto, questo compromesso risulta assolutamente vantaggioso: significa più efficienza, meno consumi, potenzialmente più silenzio, e una gestione termica che resta sempre sotto controllo, anche senza ventole aggressive. Un punto a favore, soprattutto in ambienti di lavoro condivisi o in spazi ristretti dove il rumore è un fattore.
Ultra 9 o Ultra 5? La differenza è meno netta di quanto sembri
Il GEEKOM IT15 è disponibile anche in una variante con Intel Core Ultra 5 225H, ed è qui che il discorso si fa interessante. A dispetto del nome, l’Ultra 5 ha un TDP più elevato: 45W contro i 28W del fratello maggiore. E questo può sembrare un controsenso, ma in realtà può giocare a suo favore.
Il Core Ultra 5 225H ha meno core (14 contro 16) e meno cache, ma il TDP più generoso consente di spingere di più in termini di frequenze sostenute, soprattutto se il sistema di raffreddamento regge. Questo significa che, in scenari prolungati e sotto carico medio/alto, le prestazioni tra i due modelli potrebbero essere più vicine di quanto si pensi, soprattutto se GEEKOM ha lasciato più margine termico alla versione “minore”.
Considerando poi che la variante Ultra 5 costa sensibilmente meno, può diventare una scelta più razionale per chi non ha bisogno del massimo assoluto, ma vuole comunque una macchina moderna, potente, compatibile con le tecnologie più recenti (USB4, Wi-Fi 7, NPU) e pronta anche per il futuro.
Non è la prima volta che GEEKOM porta un chip Intel Core Ultra su un mini PC: già nell’ottobre 2024 aveva lanciato il GT1 Mega, basato su piattaforma Meteor Lake di prima generazione. Tuttavia, con l’IT15 si alza decisamente l’asticella: cambia l’approccio costruttivo allineandosi a quello della serie IT, migliora la dotazione tecnica e la NPU diventa parte integrante di un sistema più equilibrato, compatto e orientato al professionale.
La Neural Processing Unit serve ancora a compiti piuttosto specifici — filtri video, Studio Effects, Copilot, wake istantaneo — ma contribuisce a rendere l’esperienza più fluida e intelligente, distribuendo meglio i carichi e migliorando l’efficienza energetica complessiva. È anche grazie a questo che il sistema è sempre reattivo, ma allo stesso tempo silenzioso (quando non è troppo stressato) e poco energivoro, anche durante task mediamente intensi.
In prospettiva, poi, la presenza della NPU lo rende un dispositivo “AI-ready”, pronto per quando l’intelligenza artificiale in locale diventerà davvero pervasiva. Considerate comunque che i TOPS raggiungibili da sistemi del genere (99 nel caso del 285H, dove 99 è la somma di quanto offerto dalla GPU, dalla CPU e dalla NPU combinate) non sono sufficienti a gestire modelli complessi in locale.
A questo comunque si aggiungono tutti i vantaggi dell’ecosistema Intel, che continuano a fare la differenza:
Driver e firmware più maturi, soprattutto su sistemi alternativi (Linux, Hackintosh, ecc.)
Compatibilità completa con dock Thunderbolt, GPU esterne, accessori avanzati
Virtualizzazione più solida e supporto a VT-x/VT-d
Ottimizzazione con strumenti di produttività e sviluppo
Tutti punti che ritroviamo anche sul NUC 15 Pro+ di ASUS, ma che qui vengono proposti in un pacchetto più compatto e accessibile, senza sacrificare espandibilità, porte o silenziosità. E per chi cerca una soluzione davvero pronta per tutto, il GEEKOM IT15 si conferma come una delle alternative più concrete oggi disponibili nel mondo dei mini PC Intel di fascia alta.
Il modello da noi testato, quello dotato di Intel Core Ultra 285H, ha un prezzo di listino di ben 1.199€. Su Amazon o alternativamente sul sito ufficiale lo pagate un po’ meno (119,90€ meno, per la precisione) usando il nostro codice sconto SWDIT1525.
Coupon 10% di sconto: SWDIT1525
Lo trovate anche sul sito ufficiale di GEEKOM, dove potete usare il codice coupon SWDIT15 per ottenere sempre il 10% di sconto sul prezzo di listino. Per qualche giorno ci sono anche in regalo mouse e tastiera.
In tutto questo, come già detto poco fa potrebbe avere senso prendere in considerazione la variante con Intel Ultra 5 225 che parte da una base di 899€, tanti soldi in meno. Vale anche qui il coupon SWDIT1525 per ottenere il 10% di sconto, quindi lo pagate 809€.
È difficile avere pietre di paragone quando si parla di prodotti del genere, ma considerate che il NUC di ASUS con Intel U9 285H privo di RAM, SSD e sistema operativo parte da 999€.
Il sample per questa recensione è stato fornito da GEEKOM, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.
L’articolo GEEKOM IT15 recensione: il mini PC top con Intel Ultra 9 285H che costa meno del previsto sembra essere il primo su Smartworld.